domenica 17 agosto 2008

Anche Delhi ha il suo fascino

16, 17 Agosto. I controlli in aeroporto a Leh sono stati lunghi e pesanti, a causa i disordini in Kashmir sono stati più severi del solito. Il volo è andato bene, l’aereo si alza da Leh, fa una grande virata in mezzo alle montagne e passa sopra alla confluenza dell’Indo con lo Zanskar. E’ sempre emozionante passare sulla catena Himalayana.
Arrivo a Delhi accolta dal caldo umido insopportabile della stagione dei monsoni, sono stanca e anche un po' triste. Per fortuna ho chiesto a Sanjeev di mandarmi un auto, costa un po’ di più, ma sono ben contenta di non dovermi trovare un taxi e di avere un albergo prenotato.
In albergo mi faccio una doccia e cerco di riposarmi un po’. Dopo un paio d’ore, nonostante l’aria condizionata e il ventilatore, mi sento appiccicosa, la testa è in un pallone e ho ancora tutti i capelli bagnati.
Esco e vado verso la Main Road di Karol Bagh, vado a bere un the da Raffles, mangio un po’ di pasticcini e mi sento già meglio. In fondo non fa così caldo, in fondo non si sta così male. Entro in un paio di negozi che ormai conosco, mi sento a casa anche qui. Cerco invano l’henne. Quando ho ormai perso le speranze alzo gli occhi e nell’edificio di fronte a me al primo piano una scritta recita: TINA S BEAUTY SALOON. Questa parrucchiera saprà ben dirmi dove trovare l’henne. Salgo e decido di fare la tinta sul posto, decido anche per una pedicure, che ne ho un gran bisogno dopo tanti giorni di camminate. L’igiene non è certo ai nostri livelli, anzi, ma mi ci trovo bene. Il salone è grande con diverse poltrone, specchi, tavolini, Ma il colore delle pareti è marrone, gli asciugamani sono di colore nero (Ikea), tutto è molto scuro inoltre anche gli strumenti che vengono usati: spazzole, pettini, limette, pietre abrasive sono scuri e non vengono certo lavati o disinfettati sovente. Le usano loro, non muoiono, le userò anch’io. Prima dell’henne un energico massaggio alla testa fatto con l‘olio, mi fa un gran bene. Poi mi viene applicato l'henne e passate un paio d'ore lo shampo e una risciacquata approssimativa. La piega, se così si può chiamare, mi viene fatta con un pettine passato appena appena sulla superficie dei capelli e dura non più di 5 minuti. Va bene, esco. Ho i capelli ancora tutti bagnati, ma mi sento bene, mi sento rigenerata, mi sento perfettamente integrata.
A passo deciso torno al Raffles, mi piace perchè e un ristorante moderno dove si incontrano pochi turisti. Mi prendo una zuppa e un chicken tikka. Io mangio cibo indiano e due ragazzi indiani di fronte a me mangiano un piatto di spaghetti. Di fianco ho una famiglia di sikh, gli uomini grandi e grossi con vistosi turbanti, le donne prosperose eleganti nei loro punjabj colorati.
Esco, e già buio, salto sul primo risho e mi faccio portare all’hotel.
Oggi avevo appuntamento con Raaj (amico di AAZ) e sono stata tutto il giorno con lui. Molto interessante, mi sento ancora di più integrata, un ottimo pranzo al ristorante a Connaught place con byriani di pollo e paneer, yogurt e birra (Raaj è un hindu e mangia carne, Sanjeev è cristiano ed è vegetariano, anche questa è l’India). Poi in un grande magazzino a comprare le ultime cose. Un the a casa di Raaj e tante chiacchiere sulla vita in India, sul passato, sul futuro.
Ora sono tornata in hotel, anche Delhi nonostante il suo clima pesante mi ha dato molto e mi spiace lasciarla, ma per stavolta torno ancora a casa, poi si vedrà.

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