sabato 2 agosto 2008

Punchock e il cuore degli Zanskar-pa

Da qualche giorno è arrivata in Zanskar anche Tina, l'attuale presidente di AAZ Italia.
Nella mattinata avrebbe dovuto esserci l’assemblea dei genitori con il Managing Committee. I genitori sono venuti, ma il MC non si è presentato, il presidente è a Kargil per affari, quindi l’assemblea è stata monca, i genitori hanno avuto un incontro con Tina ed Eliane.
Io avevo terminato di fare l'appello nelle classi e stavo cercando di capire qualcosa sul time table degli insegnanti quando sento dietro di me una presenza silenziosa. Mai loro oserebbero chiamarti o men che meno toccarti sulla spalla per richiamare la tua attenzione. Mi giro verso l'ombra che sta dietro le mie spalle e vedo un viso conosciuto, un po’ ingrassato, capelli più in ordine, ma è lui! Punchock, la persona che è stata la mia guida nel trekking a Phuktal fatto tre anni fa. Sono così contenta di vederlo, lo avevo cercato appena arrivata in Zanskar, ma era partito per Leh e mi avevano detto non sarebbe tornato se non verso metà agosto, invece eccolo qui. In Zanskar nulla e mai sicuro: il MC che aveva indetto la riunione per oggi non si è presentato e Punchok che doveva essere a Leh è qui davanti a me con il suo sorriso disarmante.
Il figlio di Punchok frequenta da noi la classe X. Lui mi aveva già vista e mi aveva riconosciuta, ma non mi ha detto nulla, pensare che sono andata a fare l’appello proprio nella sua classe.
Ovviamente mi aspetta un altro invito per il the. Io oggi avrei avuto già una serie di impegni, ma non posso rifiutare, così alle 3 del pomeriggio parto per Padum. Oggi tira un vento quasi insopportabile, si fatica a camminare e spesso si rischia di perdere l’equilibrio. Sembra ci sia la nebbia ma è sabbia. Terribile davvero oggi.
Quando tre anni fa ero stata qui, Punchock abitava ancora nella città vecchia in una bella casa antica, ma ne stava costruendo una nuova sulla strada principale. Purtroppo tutti vogliono abitare nella parte moderna e la vecchia Padum si sta svuotando e cadendo in rovina. Ora la casa nuova è terminata, è ad un piano solo, per il momento è sufficiente. Un secondo piano si può aggiungere in seguito.
Sono veramente contenta di vederlo. A casa c’è tutta la famiglia: Punchok Gospel il padre, Lamo Dolma la madre, Tenzin Panzum la figlia più grande, Lobsang Kunga il figlio che fa la X da noi, Tzering Yangzum, la bimba che va a scuola a Raru e Tenzin Choskit la più piccola, quella che avrebbe voluto mandare alla Landom, ma aveva già un figlio che frequentava cosi ha dovuto optare per la scuola pubblica di Padum. Ma c'è qualcuno che non conosco, un affarino nuovo, un bebé. E questo chi è? chiedo. E’ il figlio di Tenzin, ha un anno e due mesi. Punchock è diventato nonno. Memé dicono qui.
Accetto due the neri, un po’ di biscotti, un the salato con burro, una zuppa che ha voluto a tutti i costi prepararmi alle 4 del pomeriggio e una macedonia. Lui è un bravissimo cuoco e ha voluto ricordarmi come cucina.
Affettuoso lui e tutta la famiglia. Questa gente ha un gran cuore.

Ieri ho assistito ad una scena, una delle tante, che mi ha commossa alle lacrime. Si è presentato a scuola un genitore, un contadino. Piccolo, magro, la barba incolta su un volto rugoso e bruciato dal sole, indossava abiti da lavoro, sembrava appena rientrato dai campi, la fatica disegnata ancora sul volto visibilmente emozionato. Aiutato da un insegnante, ha chiesto a Tina di incontrare la sponsor della sua figlioletta. La sponsor è italiana e si chiama Monica, il giorno prima Monica era a Padum, era stata alla scuola e, per la prima volta aveva incontrato la sua figlioccia, le aveva comprato qualche regalo, qualche maglietta, dei colori, non so cos’altro. Purtroppo Monica era già ripartita per Leh, non c’era più, non avrebbe potuto incontrarla. Ha capito immediatamente, senza bisogno di traduzione la risposta negativa di Tina. Ha cambiato espressione la speranza che aveva negli occhi si è tramutata in dolore, delusione e le lacrime hanno iniziato a rigare il volto del vecchio. Voleva solo incontrarla per poterla ringraziare, voleva invitarla nella sua casa, voleva dimostrarle la sua riconoscenza. Nient’altro. Il pensiero di non poterlo fare gli ha dato un grande dolore e non ha potuto trattenere le lacrime. Questa gente è cosi.
Come posso io tornare in Italia e convivere con i tanti berlusconi che abbiamo?

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