giovedì 7 agosto 2008

Non regalare trombette ai bambini

Soprattutto se sono 175, noi abbiamo fatto questo errore.
Ieri c’è stato il pic nic dei piccoli: le due classi LKG e UKG e dalla prima alla quarta. Totale 175 bambini.
Il posto prescelto era il villaggio di Julang a 15 km da Padum, in un grande prato verde solcato da tanti ruscelli e pieno di animali al pascolo.
I bambini si sono presentati senza la divisa scolastica e con uno zainetto contenente un piatto, un bicchiere e un cucchiaio, pronti e puntuali all’appuntamento alle 8,30 del mattino. Sono stati noleggiati due bus, quelli che fanno servizio con i villaggi vicini.
All’assalto, si sono ammassati dentro e sul tetto. Bambini dai tre anni e mezzo in su sul tetto di un bus su una strada sterrata! Allegri e festosi, il pic nic è forse la giornata che amano di più. Noi siamo salite con alcuni insegnanti, comodamente, su un paio di jeep.
Il cielo blu terso, le montagne alte intorno, Karsha abbarbicata sulla roccia proprio di fronte a me, il dondolio della jeep sulla strada sconnessa, la musica indiana che ci accompagna, le voci gioiose dei bambini che arrivano fino a noi insieme all’aria fresca del mattino e alla polvere immancabile, un momento magico. Il preside seduto vicino a me mi parla di una bimba di Karsha, orfana, verrà accettata a scuola il prossimo anno, ha quattro anni, è sola e poverissima, ha bisogno di uno sponsor che le permetta di studiare. Mi faccio due conti, quando lei sarà nella classe X io avrò 72 anni, ammesso che viva, sono troppi, non potrei venirla a trovare, le occorre uno sponsor più giovane.
Arrivati al villaggio di Julang ci fermiamo per un the di benvenuto offerto dagli abitanti di Julang. Scesi dall’auto ci sediamo sui tappeti messi sulla strada per l’occasione, beviamo lentamente il nostro the con tanti jule jule jule. E se arriva qualcuno e deve passare? Se arriva qualcuno aspetta che abbiamo finito.
La strada già sterrata viene abbandonata e la carovana prosegue tra pietre, fossi e torrentelli fino ai bordi del prato scelto. I bus si piegano di lato pericolosamente per superare un paio di punti piuttosto dissestati, qualcuno scende per spostare almeno le pietre più grosse. Tra nuvole di polvere arrivano a destino con il loro carico di bambini festanti.
Il mitico Tinley e i suoi aiutanti hanno montato due tende bianche e i cuochi sono già al lavoro. Tra le persone che organizzano il pic nic e che lavorano c’è anche il contadino che avevo incontrato alla scuola e che aveva pianto perchè non aveva fatto in tempo a ringraziare la sponsor di sua figlia. Ora era li, lo abbiamo ancora rassicurato che avremmo detto a Monica che voleva tanto ringraziarla, e che avrebbe voluto invitarla a casa sua. Lui ha problemi ad una gamba, cammina a fatica, ma non demorde, lavora come un forsennato, ha le mani nere e il viso solcato da rughe profonde, è secco secco, dentro i grandi pantaloni sformati e rattoppati, ma è allegro oggi, contento di fare qualcosa per noi, ci presenta la figlia, una bella ragazzina che da noi frequenta la VI.
I bimbi giocano liberi e ci coinvolgono, insegnamo loro qualche gioco, sono felicissimi.
Ubbidienti come soldatini quando Tinley battendo su un grosso coperchio li chiama a raccolta, è ora del cibo. Siedono ordinatamente su un grande telo di plastica e terminato il pasto corrono nel ruscello a lavare il loro piatto e il loro bicchiere, poi si riprende a giocare.
Per insegnare loro a non buttare la carta a terra abbiamo organizzato una gara: chi si fosse presentato con almeno 5 cartacce avrebbe avuto un premio. Nel giro di pochi minuti avevamo 175 bambini con le mani piene di ogni schifezza putrefatta. Che dire? Bravi! abbiamo raccolto tutto i due grandi sacchi ed abbiamo premiato tutti. Poi dopo il pranzo è stata la volta del lavaggio denti. A tutti è stato dato uno spazzolino e un premio a chi si lavava i denti. Ahimè le trombette. In un batter d’occhio centosettancinque trombette hanno cominciato ad allietare le nostre orecchie.
Della preparazione del pranzo per circa duecento persone parlerò un altra volta. Abbiamo mangiato tre volte, colazione, pranzo e cena. La cena è stata servita alle 4, poi qualche insegnante ha messo un po’ di musica ed abbiamo danzato tutti insieme, noi volontari, gli insegnanti e i bambini.
Verso il tramonto Tinlej ha dato il segnale della partenza, i bambini sono stati radunati. Ordinatamente divisi per classi ed in fila per uno si sono avviati nel prato verso il punto dove erano stati parcheggiati i bus. Alcuni di quelli più grandi sono stati mandati ad aiutare a trasportare tutto il materiale servito per il pic nic. Un’organizzazione perfetta. Qualche problema nel salto del ruscello più grosso: un’asino acchiappato a viva forza da Tinley si è rifiutato di passare nell’acqua e il grande telo che avrebbe dovuto trasportare è finito in acqua. Sono finite in acqua anche pentole ed un paio di persone che avevano bevuto un po’ troppo chang (la birra locale). Noi seduti vicino alle jeep ci siamo goduti le scene ridendo a crepapelle.
Siamo partiti verso le 18, quando il sole già basso dalla valle del Pensi-la arriva ancora ad illuminare il gompa di Pibiting. In un vortice di voci, polvere e sole radente finiva una giornata indimenticabile.

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