lunedì 28 luglio 2008

8 donne di notte tra i campi d orzo

Ieri ho lavorato sui computer della scuola per tutta la mattina. Hanno dei virus, le tastiere piene di polvere non funzionano o funziona un tasto si ed uno no, per i mouse è la stessa cosa. Dobbiamo trovare qualcuno del posto (ed abbiamo proposto Tashi, il proprietario dell’internet point) che ci metta le mani e che li faccia funzionare. Comunque per essere in Zanskar la situazione non è neanche così tragica. Il pomeriggio ho visitato in monastero di Tungrit, ad un ora di cammino da Padum, ho fatto una fatica bestiale, non so se per il sole o per la salita, o forse per la mancanza di zuccheri, visto che una coca-cola bevuta al ritorno mi ha rimessa in sesto. Molto interessante il monastero, ci sono due pittori che stanno lavorando sulle pareti, bello vederli alle prese con colori e pennelli, il posto poi è splendido.
La sera avevamo appuntamento con le donne dell’associazione per la cena. UNA SERATA INDIMENTICABILE.
Siamo arrivate c’erano sei o sette donne intente a preparare i momo. Lavoravano alla luce delle candele. Con me c’erano Chistiane, Eliane e Renée. Dopo una serie di Jule Jule ci siamo sedute a terra ed abbiamo cercato di aiutarle. Intanto sono arrivate altre donne, quattordici in tutto più una bimba di 2 anni, rigorosamente femmina anche lei. Per aperitivo ci hanno offerto the, biscotti patatine fritte e birra! Un aperitivo zanskaro e uno europeo.
Intanto grandi chiacchiere, risate e goffi tentativi da parte nostra di sagomare la pasta con il ripieno.
Hanno fatto cuocere i momo a vapore e man mano che cuocevano ce li mangiavamo tutte insieme.
Ho prestato la mia torcia frontale ad una delle cuoche, ho posato il mio pile sul materasso a terra dove la bimba aveva fatto pipi. Mi sono sbrodolata con il ripieno, con il the salato e burro di yak, ma entrata nel pieno della vita zanskara non mi importava più nulla. Ho le patacche su pantaloni e tee shirt? cosa cambia? Nel buio non trovo più la torcia frontale? In qualche modo arriverò a casa e mi arrangerò.
Dopo cena una delle donne ha tirato fuori un tamburello e via con canti e danze. Mi sono divertita veramente, le donne erano molto allegre e vivacissime. Verso le 11 siamo ripartite verso casa: un gruppo verso Padum e un gruppo verso Pibiting, io ed Eliane eravamo nel secondo gruppo insieme a cinque donne di Pibiting e dintorni. Avevamo in tutto quattro pile, ma loro ci vedono anche di notte, camminavano a passo svelto in mezzo ai campi e tra i ruscelli (che sono numerosi), io, con la mia torcia frontale recuperata, faticavo a star loro dietro. La serata era splendida, come sempre. Verso sera cala quasi sempre il vento, le nuvole scompaiono e il cielo risplende di stelle, sfortunatamente non c'é più la luna e tutto intorno è nero-nero, solo si vedono a sinistra in lontananza le luci di Kharsha, davanti quelle più deboli di Pibiting e del suo monastero lassù in alto sulla collina. Otto donne in mezzo ai campi di orzo, sei Zanskar-pa e due europee.
Finalmente ho avuto occasione di fare la strada tra Padum e Pibiting di notte passando per i sentieri, cosa che da sola non proverei a fare, è già tanto riuscire a percorrere la strada carrozzabile.
Seguivo il passo deciso di Dolma, alta, nel suo abito tradizionale scuro con in vita una cintura fucsia, faticavo a tenere il suo passo e volevo anche guardarmi intorno, vedere il profilo delle montagne e le stelle in questa notte splendida, ma dovevo guardare dove mettevo i piedi per non finire a mollo in qualche ruscello o infilare i piedi in qualche buca.
Pian piano alcune donne hanno deviato su sentieri diversi, Jule Jule, piccole luci che si allontanavano nel buio. Io sono arrivata fino alla casa di Dolma e l’ultimo pezzo tra i campi me lo sono fatto da sola, ma oramai lo conosco bene: passo vicino ai chorten, scendo per la ripida discesa, in fondo c’è una scaletta in pietra, vado verso sinistra fin dove il filo spinato mi consente di attraversare, di qui costeggio il campo di orzo, attraverso un primo ruscello, un altro campo di orzo e subito dopo se alzo la testa intravedo il biancore del chorten che è vicino a casa mia, passo sulla sinistra, passo di fianco al muro mani e dopo l’altro ruscello, di cui riconosco le pietre che mi servono per lavare i panni, sono a casa.

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