giovedì 24 luglio 2008

Bidoni che rotolano e cene impreviste

Ieri appena uscita dall’internet point mi sono affrettata verso casa. Erano già le 7, Eliane mi aspettava per la cena.
Eliane aveva avuto un invito dagli ex allievi della nostra scuola, ma non aveva avuto conferme e pertanto mi aveva detto che avrebbe mangiato a casa volentieri, una sera tranquilla.
Camminando a passo veloce tra i campi di orzo, vedo in lontananza un uomo che fa rotolare sul sentiero un grosso bidone, quelli che si usano per fare il bitume. La sagoma mi pare di riconoscerla: non tanto alto, una testa tonda capelli neri molto corti, indossa un camiciotto. E Tinley, il bidello tuttofare, la memoria storica della scuola, più preparato del preside. E’ lui che a calci cerca di tenere il bidone sul sentiero e di farlo procedere davanti a sé. Ma cosa fai con questo bidone? Vado a casa, mi risponde, vedi quella casa bianca? è la mia. La vedo a qualche campo d orzo di distanza. Ma a che ti serve il bidone? Per la riserva d acqua, mi risponde. Ci si arrangia, un grosso bidone può servire.
Arrivo a casa con i pomodori, prepariamo un bel sugo, senza olio ma non importa. Facciamo cuocere le penne, scolo le penne le faccio saltare in padella, quando bussano alla porta . . . .
Sono i ragazzi dell’associazione ex allievi che sono venuti a prenderci in jeep per portarci al ristorante. Io ed Eliane ci guardiamo, ci spiace lasciare qui questa pasta appena fatta, la prima dopo tanti giorni di riso e dal, ma ci spiace ancor di più deludere questi ragazzi, belli, moderni, istruiti, giovani, il futuro dello Zanskar. Non ci rimane che accettare. Arrivati al ristorante troviamo un altro gruppo di ragazzi e ragazze, saranno una decina, ci sediamo, ma non è ancora ora di mangiare, loro vogliono rintracciare anche gli altri francesi, vogliono cenare con tutti quelli che sono stati i loro sponsor, quelli che hanno permesso loro di studiare.
Nell’attesa ci fanno portare un the e dei biscotti. Io ed Eliane pensiamo alla nostra pasta asciutta mentre, per pura cortesia, immergiamo qualche biscotto nel the. Finalmente arrivano i francesi ed inizia la cena. Riso, dal, verdure e uova sode fritte e cotte in salsa. Ottime. I maschi sono un po’ più audaci, chiacchierano di più e si siedono vicino a noi. Le ragazze ancora molto timide nonostante l’esperienza di studio, se ne stanno tutte insieme in fondo al tavolo, ma si vede che hanno una gran voglia di chiacchierare. Sono tenerissimi tutti.
Una delle ragazze ha appena finito gli studi e fa la supplente alla classe LKG (i piccini) alla nostra scuola. Vorrebbe continuare a lavorare in Zanskar. Un ragazzo studia psicologia in una città indiana ma, finiti gli studi, vorrebbe provare ad aprire un agenzia turistica a Leh. Indossa blue jeans, un giubbotto e un cappello con la visiera sormontato da un bel paio di occhiali da sole. Un altro con il gel nei capelli, finiti gli studi vorrebbe fare l’insegnante.
Dopo cena siamo costretti a ballare con loro, mettono su un CD e danziamo in cerchio, qui le ragazze si aprono un po’ di più, cantano, ballano, noi goffissimi cerchiamo di imitarli. Un paio di CD e basta, ci riaccompagnano a casa in taxi. E stata una bella serata nonostante la pastasciutta pronta e lasciata a casa: La mangeremo domani riscaldata.

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