mercoledì 16 luglio 2008

Norbus che vuol fare l ingegnere

Durante uno dei miei trasferimenti Padum Pibiting e ritorno ieri ho conosciuto Norbus.
Alle 15, ora di uscita dalla scuola sono ripartita per Padum, i bambini sciamano in ogni direzione, sono tantissimi, Jule Jule, qualche foto altri Jule. Un ragazzino cammina di fianco a me e rallenta il suo passo per starmi accanto, chiacchiero un po’ con lui. Mi chiede dove vado, a Padum gli dico e tu? Anch’io vado a Padum mi risponde. Ah, dico io sei di Padum? No, mi risponde, sono di Shila, vado a Shila, e intanto affonda le scarpe nere, avute nuove lo scorso anno, nella polvere bianca della strada.
Shila è oltre Padum e gli chiedo quanto tempo ci impiega ad arrivare a casa, due ore, mi risponde.
Tanto per chiacchierare gli chiedo che classe fa. Sono all’ottava, mi risponde, allora tra due anni avrai finito. Si, mi risponde con un sorriso. E vuoi continuare a studiare? e che cosa vorresti fare?
Ingegnere, voglio fare l’ingegnere, mi risponde, Ha i pantaloni grigi bianchi di polvere, un viso serio che solo ogni tanto si apre in un sorriso. Mi racconta che ha uno sponsor, un francese di nome Philippe. Arriviamo ad un bivio in mezzo ai campi di orzo, lui gira verso sinistra, io proseguo sul sentiero per Padum. Jule, Jule, a domani. Avrà ancora un ora e mezza di cammino per arrivare a casa questo futuro ingegnere e domani mattina dovrà essere pronto alle 7 per arrivare a scuola alle 9.

2 commenti:

la ghiacciaia di via Priocca ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Ti mando ancora questo messaggio (vedo che vengono pubblicati adesso), poi da domani sarò in mare fino ad agosto. Al ritorno avrò un mucchio di cose da leggere !! Mi raccomando salutami tanto Seten Dorjai quando lo vedrai. Chissà se il monaco che ospita in casa è suo figlio, quello che ho conosciuto l'anno scorso e che studia in monastero a Bangalore? Se si, salutami anche lui, siamo andati insieme al festival di Karsha... Leggere questi racconti mi sembra un po' di rivivere e non vedo l'ora di tornare in quella valle lontana dal mondo, dove tutto si muove in una diversa dimensione, più essenziale, più povera, naturalmente, ma molto più umana.
Julè julè
Bruno